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I libri, come le persone, giungono sempre dove sono attesi...

giovedì 29 aprile 2021

Eppure osarono di Maria Rosaria Valentini

 


"La strada l'hanno fatta le donne, con i passi. Sono state le loro gambe per prime - difficile indicare esattamente quando - a piegare il falasco, le ortiche, le felci, il muschio e i fiori pazzi... Così, nell'andirivieni è affiorato un percorso sbilenco dove sono i sassi a farla da padrone: pietre sporgenti, spuntoni di rocce che servono a improvvisare dei gradini per arrampicarsi meglio."




“Così il passo di imperatrici delle ragazze di Bagnara perché portano l’orcio e vanno scalze. E dai gesti e da ciò che si porta nascono tante altre cose.”
Queste parole scriveva Cristina Campo il 12 giugno 1958 alla sua amica Mita. L’immagine della fierezza delle bagnarote calabresi si è depositata nel mio io per un tempo inquantificabile ed è riemerso alla vista della bellissima copertina del libro di Maria Rosaria Valentini dal titolo “Eppure osarono”, pubblicato da Francesco Brioschi Editore. Il dipinto di Ernest Hébert, realizzato nel 1855, Les filles d’Alvito (Le ragazze di Alvito), che troneggia sulla copertina, è stato il detonatore che ha innescato il fluire del racconto viscerale e lirico della Valentini, di cui ho letto e amato le sue precedenti opere.

Les filles d'alvito di Ernest Hébert




È una storia di iniziazioni, di partenze, di nascite e rinascite.
Lucietta e Lia, oltrepassano la soglia che separa l’infanzia dall’adolescenza, diventano donne, diventano grandi, attraverso il battesimo dell’acqua: risalire il monte per raggiungere la fonte che esplode in mezzo alla roccia, dove l’acqua aspetta per essere portata giù in paese, camminando sui sassi, dapprima con dei calzari, e poi scegliendo di farlo a piedi nudi, come a ribadire il legame ancestrale con la terra, con la natura. Un rito da ripetere sette giorni su sette, infilati l’uno nell’altro. Indossare la camiciola, la sottana, l’ampia gonna verde, la fascia di velluto, sul capo un telo bianco come protezione da pioggia e sole, e infine la ciambella di stracci su cui posare l’anfora di terracotta, la cannata. Un equilibrio da cercare, un’armonia da mantenere. Il luogo stesso, immerso nella Valle del Comino, sul finire dell’Ottocento, diventa un’entità senziente: la montagna parla, i fiumi ascoltano, le foglie diventano mani, il buio succhia le malinconie, l’erba e i fiori diventano scudo per proteggere i sogni.

"Si lamenta il sogno
Vuole la sua strada
Stretta, storta, scucita
Ma che pure somigli alla vita."




Lucietta e Lia, insieme a Severino, cominciano a precipitare in sogni più grandi, sogni di riscatto, sogni che li vedono altrove, che spintonano verso un addio, verso un futuro disegnato. Il coraggio che li spinge a partire, a fuggire di soppiatto nella notte che osserva, è un coraggio che continua a camminare accanto ai tre fuggitivi, fin dentro le pieghe di un azzardo. Un patto comune, un giuramento li unisce in quel salto perché sono convinti che insieme possono affrontare l’enigma che si cela oltre la fuga. Oltre il salto Roma, forse Parigi. Oltre lo sguardo i gesti fluidi e veloci di pittori desiderosi di imprigionare sulle loro tele le giovani ciociare, con i loro abiti e le loro movenze. Ma il tempo, si sa, sfilaccia i desideri, ne fa perdere i contorni netti trasformandoli in altra materia. Quello che deve restare è pur sempre il coraggio, per costruire ancora altre strade, altre svolte, altri sogni, a partire da sé, soltanto da sé.


"Andare con la voglia di andare. In tasca le proprie responsabilità riconoscendosi protagonisti e non vittime."



Con una scrittura cristallina come l’acqua che sgorga dalla fonte, lirica come la poesia dei sogni che spingono verso un domani migliore, Maria Rosaria Valentini avvolge nelle speranze e nei gesti di tre giovani ragazzi le speranze e i desideri di tutti. La lettura di queste pagine di superba bellezza sono un attraversamento delle proprie paure fino all’individuazione di quel coraggio, a volte addormentato, talvolta pigro, necessario per scegliere, per ammettere che il riconoscimento dell’immenso valore delle proprie radici è un punto di partenza fondamentale per andare verso il futuro, che spesso è essenziale preparare “una piccola scatola dove imprigionare un’idea di casa col suo profumo” da portare con sé nei numerosi viaggi della vita, che certe volte è un peccato ripararsi nei giorni di pioggia, perché l’acqua ha il compito di cucire il cielo alla terra ed è meglio accoglierla piuttosto che evitarla.


"Una tana calva.
Lì cercare una piega della propria pelle e inventarsi una scorza."


Eppure osarono di Maria Rosaria Valentini: una lettura necessaaria.
Da oggi in libreria!

venerdì 15 gennaio 2021

INCHIOSTRO BIANCO LAB: Laboratorio di lettura e di scrittura delle donne



La locanda dei libri
& Books Serendipity sono liete di annunciarvi il progetto “Inchiostro Bianco Lab” per un 2021 in compagnia di Donne straordinarie, che illuminano ancora oggi le nostre esistenze con le loro parole e con le loro esperienze di scrittura e di vita. 

Abbiamo reso omaggio alla scrittrice Hélène Cixous, e a “Il riso della Medusa”, infatti come sottolinea la studiosa Maria Rosa Cutrufelli, nel suo “Scrivere con l’inchiostro bianco”, "Hélène Cixous sostiene di volere una scrittura nuova – insorta – che si riappropri del corpo censurato delle donne, è possibile, dice, perché le donne scrivono con l’inchiostro bianco, cioè con la memoria del latte materno. Nella parola come nella scrittura femminile non cessa mai di risuonare la prima musica, la prima voce d’amore che ogni donna custodisce viva …”. 

Venire al mondo è venire alla luce, e le scrittrici che abbiamo selezionato (tralasciando a malincuore molte altre, che vi sveleremo man mano) sono quelle che hanno partorito se stesse per il tramite, spesso doloroso e sempre intenso, della scrittura. Parola dopo parola hanno costruito se stesse (forse inconsapevolmente), donandoci il loro canto che viene a ispirare i nostri momenti di lettura, momenti di rinascita continua. Come incantamenti, le loro parole ci ammaliano e richiamano in noi quella prima voce d’amore che ognuna custodisce sul fondo della propria anima, alla quale è impossibile non prestare ascolto. 

A tale iniziativa di lettura è collegato un ulteriore progetto: scrivere, se ne avete piacere, per ogni sessione, un saggio o un racconto su una delle 4 scrittrici proposte, per questa prima sessione di studi abbiamo selezionato: Karen Blixen, Clarice Lispector, Virginia Woolf, Maria Zambrano. 

A partire dal 15 gennaio e fino al 28 febbraio ci dedicheremo con voi alla scoperta di questi primi quattro “cuori pensanti”. 
Potete scegliere una o più di una scrittrice, ed entro il 3 marzo consegnare il vostro elaborato alle nostre mail; noi raccoglieremo il materiale per un pdf che verrà consegnato l’8 marzo, come omaggio in occasione della Giornata internazionale della donna. 

PER PARTECIPARE 
“Inchiostro Bianco Lab” si sviluppa su instagram e per chi non ha un account, sul gruppo facebook La Locanda dei Libri. 
Taggate @lalocandadeilibri e @rossellasic_booksserendipity nei vostri post su IG quando scegliete la vostra Musa ispiratrice e il libro da leggere e poi con (almeno) cadenza settimanale, ogni sabato, dedicate un post con una citazione, un passo, che vi ha particolarmente colpito sviluppando una riflessione, se volete. 
Utilizzate inoltre #inchiostrobiancolab per riunire in tal modo tutti in nostri post in un solo “scaffale”. Vi auguriamo un intenso anno di letture capaci di emozionarvi e ispirarvi, di trovare parole capaci di indicarvi la strada, qualunque essa sia.