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I libri, come le persone, giungono sempre dove sono attesi...

giovedì 28 febbraio 2013

Leggiamo 2013: 2/50 - I fantasmi delle biblioteche di Jacques Bonnet

Leggiamo 2013
Sezione Alfabeto B




Incipit:
Dopo il piacere di possedere i libri,
nessun altro eguaglia quello di parlarne.
Charles Nodier

Il 1° settembre 1932, il giornale portoghese "O Século" pubblicò un'inserzione che offriva un posto di conservatore-bibliotecario presso il museo Condes de Castro Guimarães a Cascais, una piccola città di mare a 30 Km da Lisbona. Il 16 settembre, Fernando Pessoa spedì alla municipalità una lettera di candidatura.

Sinossi:
Jacques Bonnet, scrittore ed editore, rievoca la genesi lontana di questa variazione sul tema dell’incantesimo dei libri su certi individui. Fu un incontro con Giuseppe Pontiggia. Entrambi condividevano «la stessa felicità e maledizione che ci era toccata in sorte»: un’enorme biblioteca con molte migliaia di volumi, non da bibliofili o da collezionisti, ma una normale biblioteca generalista, in cui ammucchiare libri letti o da leggere o solo da annusare. Conversando tra loro, era venuta l’idea di fondare un’associazione per i proprietari di biblioteche oltre le ventimila opere, una specie di mutuo soccorso e consiglio. Naturalmente non se ne era fatto niente. Ma col tempo l’esame divertito dei problemi, di chi di non può fare a meno di comprare ogni libro che contiene anche una sola promessa, è germinato nei capitoli di questo che si presenta come un trattatello sull’arte di convivere con troppe librerie (ma mai sopra la spalliera del letto: per non imitare la fine leggendaria di un grande compositore parigino). Che è ben di più che un trattatello su un piccolo tema curioso. È una piacevolissima danza tra gli scaffali di una sterminata libreria a parlare di tutti i rebus di spazio (come quel personaggio che, non avendo più stanze per contenere i libri, li usò per costruire la casa che poi distrusse per ritrovare un singolo volume) o di tempo (le più diverse e capricciose catalogazioni: come quella di Warburg così precisa di affinità tra i testi che se ne perse il senso, morto l’autore), discutendo le più fantasiose e bizzarre soluzioni, i ricordi, gli aneddoti, gli incidenti e gli enigmi: rievocando le vie della passione per la lettura di quei tanti personaggi memorabili (di uno Sciascia, per esempio, che nel suo appartamento siciliano conservava il Journal dei Goncourt ignorato dall’autore stesso) convinti, o illusi, che un lettore intelligente trova almeno una cosa degna in ogni libro. Una danza con i fantasmi delle biblioteche, cioè con quelle strane presenze (primi i sostituiti, detti «fantasmi» appunto, inseriti negli spazi di un libro prestato, e perduto) che occupano la mente dei proprietari e a volte fanno sembrare, all’imperfetta memoria, una grande biblioteca dotarsi con il tempo di vita propria.








"Prendere in mano un libro e scoprire quello che contiene veramente
equivale a rivestire di carne, ossia  di uno spessore e di una densità che non perderà mai più, 
qualcosa che fino a quel momento era solo una parola. "


Stringo tra le mani questo piccolo volume, pubblicato dalla Sellerio: ho finito la lettura da qualche giorno, ma  le sue parole sono rimaste nell'aria come "fantasmi" che cercano una voce per pronunciare il loro messaggio
di salvezza o perdizione.
Ho un debole particolare per i libri che parlano di libri e Jacques Bonnet, mostrando un cielo letterario costellato da deliziose citazioni "libresche" (da Seneca all'Imperatore Giuliano, da Borges ad Alberto Manguel, da Plinio il Vecchio a Nobokov, da Diogene a Walter Benjamin a molti altri da scoprire tra le pagine) delinea sintomi e complicazioni di una malattia tanto desiderabile quanto incurabile: la Bibliomania.
E bisogna comprendere a quale categoria si appartiene: perché i bibliomani si distinguono  in collezionisti e lettori insaziabili; entrambi tendono ad accumulare libri, a possedere libri su libri, però con una particolarità "il lettore sviluppa un attaccamento non solo per la lettura, ma per l'oggetto che l'ha resa possibile". 
Nobokov, citato tra le righe del libro, invita a non dimenticare il miracolo della lettura stessa: "Vorrei che vi stupiste non solo per le cose che leggete:  anche per il fatto di poterle leggere".
Per l'autore, la lettura era come i quattro fiumi dell’Eden, che nascendo da un’unica sorgente scorrono verso i quattro punti dell’orizzonte: aboliva le distanza e mi trasportava istantaneamente in contrade remote dagli strani costumi..Certe volte mi sembra di aver cominciato a esistere davvero solo con la lettura.. 
"Il libro è la preziosa materializzazione di un’emozione o della possibilità di provarne una in futuro."

Come privarsi di un'emozione resa reale, tangibile da un libro?
"Allora tra il bibliomane e le sue migliaia di libri, s'instaura uno strano rapporto, simile a quello tra un giardiniere e un rampicante che si espande molto in fretta. La pianta si sviluppa da sola, crescendo in un modo che è invisibile a occhio nudo ma constatabile in capo a qualche settimana. L'uomo, a meno che non voglia tagliarla, non può far altro che indicare la direzione che vorrebbe vederle prendere. Anche le biblioteche prolifiche si emancipano, diventano essere viventi.. essa è innegabilmente il riflesso del proprietario, il suo doppio. Chi sapesse decodificarla con la necessaria perspicacia scoprirebbe, di scaffale in scaffale, la natura profonda del bibliotecario. Al di là di una certa misura, del resto, nessuna biblioteca somiglia a un'altra o ha la stessa personalità."

Sarà necessario  "ordinare e catalogare" i libri posseduti , secondo un qualche criterio, ma a volte la classificazione della biblioteca segue una trama invisibile di affinità oscure a tutti tranne che all'interessato.
Una volta formata, essa tende a divenire un punto di passaggio obbligato per tutto il reale, una sorta di vortice che attira a sé tutto quello che ci succede.

E cosa dire dei fantasmi che vivono nelle nostre biblioteche?
Perché il " fantasma" non è semplicemente, secondo la definizione del Petit Larousse, quel foglio o cartoncino che si mette al posto di un libro tolto da uno scaffale di biblioteca o di un documento in prestito:.
Esistono altre essenze luminose che respirano tra gli scaffali: La biblioteca è popolata da centinaia di migliaia di personaggi, alcuni reali e altri fittizi. Quelli reali sono i cosiddetti personaggi immaginari delle opere letterarie, quelli fittizi sono gli scrittori. Dei primi sappiamo tutto, o meglio sappiamo tutto quello che c’è da sapere, ossia quello che è detto nel romanzo, nella favola, nella novella o nella poesia dove compaiono. Dal momento in cui gli scrittori hanno dato loro la vita, non sono invecchiati, sono rimasti uguali a se stessi e sarà così per l’eternità…

Purtroppo leggendo questo splendido volume sorge un triste interrogativo.
Jacques Bonnet afferma di aver scritto questo libretto da un continente destinato ad essere presto somnerso..perchè si può esser certi che le pesanti e ingombranti biblioteche generaliste di parecchie decine di migliaia di volumi sono destinate a sparire insieme ai loro fantasmi.
Tutto questo per le opportunità offerte da Internet e dai nuovi strumenti ad esso legati.
Per ogni lettore, per ogni appassionato di queste meravigliose creature chiamate libri, sarebbe uno scenario apocalittico, la distruzione di un paradiso terrestre, per vagare in un deserto virtuale.
Scaccio questo triste pensiero dalla mia mente e rivolgo il mio sguardo alla mia biblioteca che, come sempre, mi rassicura e mi avvolge...


"I libri della mia biblioteca sono come vecchie case dove aleggia la presenza degli uomini e delle donne che vi hanno vissuto in passato, col loro carico di gioie e dolori, di amori e di odi, di sorprese e di delusioni, di speranze e di rassegnazione. A pensarci bene, ho sempre abitato vecchie case..".





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